La prima crossover media della casa sfrutta la base meccanica della Jeep Compass, ma profondamente evoluta (in particolare per quanto riguarda sterzo e sospensioni). Ariosa e ben fatta, l’Alfa Romeo Tonale se la gioca alla pari con le migliori rivali anche per quanto riguarda la tecnologia: si possono avere tutti gli aiuti di guida più evoluti e i fari a matrice di led; di serie, già dalla “base”, c’è un reattivo, ricco e intuitivo sistema multimediale. Curata la messa a punto di sospensioni e sterzo. Le prime limitano efficacemente il rollio pur filtrando bene le asperità, perfino con i cerchi di 20”; il secondo è sportivo, ovvero molto diretto per il tipo di vettura (il 15% in più rispetto a quello della Compass) e preciso. Il quattro cilindri turbo 1.5 segue il ciclo Miller anziché il più tradizionale Otto: in pratica, come nell’Atkinson nei motori aspirati, la chiusura delle valvole di aspirazione è ritardata per migliorare l’efficienza a discapito della potenza massima. Inoltre, una doppia fasatura variabile ha preso il posto di quella singola con sistema MultiAir (a comando idraulico, senza albero a camme) usata finora da tanti motori dell’ex gruppo FCA. Il 1.5 da 131 CV e il cambio robotizzato a doppia frizione con motore elettrico sono gli stessi che troviamo anche su Fiat 500X, Tipo e Jeep Compass ma solo l’Alfa Romeo Tonale ha la variante da 160 CV, presente sull’auto del test. I 30 CV in più sono stati ottenuti anche grazie a un turbo a geometria variabile: una soluzione comune sui diesel ma rara sui motori a benzina, che hanno gas di scarico molto più caldi. In pratica, l’incidenza delle palette colpite dai gas varia in base alla quantità di questi ultimi: si migliorano sia la risposta ai bassi giri sia il “tiro” a quelli più alti.