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Pratica e spaziosa in rapporto ai soli 365 cm di lunghezza (5 in più per versioni in “stile Cross”), la Fiat Panda è offerta anche nella nuova versione ibrida a benzina. Un tipo di alimentazione raro fra le auto da città che, fra l’altro, dà dei vantaggi nella circolazione: per esempio, l’accesso a molte Ztl. La meccanica, condivisa con la Fiat 500 e la Lancia Ypsilon, si compone di un nuovo 1.0 a benzina con tre cilindri (70 CV), supportato in accelerazione dal piccolo motore elettrico (5 CV) a cui è collegato con una cinghia. Quest’ultimo è alimentato da una batteria al litio (da 0,13 kWh) che si ricarica nei rallentamenti; a sei marce il cambio. I vantaggi nei consumi sono evidenti (abbiamo rilevato in media 18,1 km/l, contro 14,9 km/l della vecchia 1.2 Cross da 69 CV non più prodotta), mentre le prestazioni in accelerazione sono simili; in ripresa, invece, complice la sesta lunga, la velocità sale al rallentatore. L’aspetto simpatico della Fiat Panda resta quello di sempre, con l’allestimento dell’auto del test che si distingue per i paraurti massicci e gli ampi fascioni che le conferiscono un aspetto da suv in miniatura (ma la trazione è solo anteriore; non c’è una Panda 4×4 ibrida). La discreta altezza da terra consente poi di affrontare con disinvoltura dossi e sterrati leggeri. Allegro e luminoso (ampi i finestrini), l’abitacolo è accogliente con l’originale motivo del quadrangolo smussato ripreso in molti dettagli (dal cruscotto ai comandi nella consolle). La guida della Fiat Panda Hybrid è intuitiva, con tutti i comandi che richiedono uno sforzo minimo. Preciso, in particolare, il cambio a 6 marce, meno soddisfacente la frenata (gli spazi di arresto sono lunghi).